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Nel 1991 uscì un videogioco che si chiamava Lemmings. Fu un grande successo e definì alcuni capisaldi di un genere che venne chiamato Puzzle Game e che è di certo quello che più richiede ingegno e pensiero laterale all’utente.
I lemmings erano omini coi capelli verdi, il grembiule blu e il nasone, che, a seguito dell’apertura di un portellone, cadevano dall’alto e iniziavano a camminare l’uno dietro l’altro senza sosta.
In caso di ostacoli tornavano indietro, in caso di burroni cadevano fatalmente. Erano totalmente privi di spirito di sopravvivenza, di buon senso e di qualsiasi raziocinio.
Quest’ultima definizione sono certo vi abbia fatto pensare a qualcuno che conoscete, anzi probabilmente a più di uno o forse a tutti noi?
Quindi la domanda provocatoria che vi rivolgo è quella del titolo: Se fossimo tutti dei lemming? Non in quanto singoli, ma quali parti di un gruppo, che agisce con gli stessi presupposti degli omini. Un branco incapace di garantirsi una sopravvivenza prolungata nel tempo, carente di buon senso e sempre meno animato da raziocinio.
All’interno del videogioco il deus ex machina era l’utente che assegnava ruoli precisi ai singoli lemming affinché questi riuscissero a uscire dal portone di fine livello.
Per fare ciò era necessario anche sacrificare qualcuno di loro, per esempio facendolo esplodere.
Per continuare nella provocazione, potrei quindi chiedervi chi sia il deus ex machina che guidi noi, evidentemente non un Deus ma piuttosto un interesse globale, casomai nella mani di pochi, il cui evidente fine sia la ricchezza, il dominio, il controllo e via così nei concetti di base che muovono la politica, l’economia, la finanza, etc.
Immagino che le mie parole suonino vagamente complottiste e forse un po’ deliranti, ma, come preannunciato, vogliono essere provocatorie ed esasperare dei concetti per indurre una riflessione da fare insieme.
E’ evidente che finora il mondo abbia badato in modo prioritario al profitto piuttosto che al benessere, o perlomeno li abbia resi sinonimi erroneamente. Al tempo stesso è stato completamente privo di una programmazione lungimirante, laddove quest’ultima non abbia significato reddito e quindi un investimento economico di cui raccogliere frutti negli anni successivi.
Talvolta le scelte dei governi o delle società hanno manifestato delle controindicazioni, che non sono state valutate nel bilancio, ma semplicemente accantonate come effetti collaterali necessari e poco importanti, con conseguenze differite nel tempo e quindi più facilmente ignorabili.
Ovviamente l’esempio più eclatante è legato al tema ecologico, ma ce ne sono tanti altri che hanno influito sul destino di ognuno di noi. Pensate, per esempio, alle pensioni baby, che permettevano di smettere di lavorare con 14 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi per le donne sposate con figli, con 20 anni per gli statali e con 25 per i dipendenti degli enti locali. Senza entrare nel merito della legge del 1973, rimasta in vigore per oltre venti anni, il beneficio immediato ha avuto conseguenze economiche pesanti per gli anni seguenti che paghiamo ancora oggi.
Chiaramente nessuno di noi è protagonista in prima persona di scelte come queste, però ne paga le conseguenze in modo più o meno diretto, un po’ come se fosse un lemming all’interno della fila.
Eccomi allora all’ultima e più provocatoria delle domande che rivolgo a voi e a me stesso: si può realmente uscire da questa fila o siamo destinati a esserci dentro senza alternative? Cosa possiamo fare per non seguire il flusso di massa? Le nostre azioni fanno o farebbero realmente la differenza come diceva lo psicologo e filosofo William James (“Agisci come se quel che fai facesse la differenza. La fa.”)?
Dei lemming si è creduto a lungo si suicidassero in massa durante le migrazioni, in realtà muoiono per cause accidentali in quanto si spostano in gruppi molto numerosi. Quindi la risposta al titolo è negativa…
Se volete provare il gioco, potete cliccare qui