Recensione Libro | Tempo di lettura 3′ |
Una coppia è il baricentro della storia messa in piedi da Marco Missiroli per “Fedeltà”(Einaudi); intorno a lei orbitano genitori viventi o scomparsi, giovani tentazioni sotto forma di studentesse o fisioterapisti, tutti necessari a creare il mondo in cui la generazione dei due protagonisti si confronta con la successiva e con la precedente.
Nella generazione precedente, fatta per l’appunto di genitori propri o altrui, Carlo e Margherita trovano riparo, talvolta senza proferire grandi parole ma lasciandosi accogliere e giustificare.
Nella generazione successiva: una studentessa di Carlo e il fisioterapista di Margherita, cercano di riempire i vuoti che la routine di una vita insieme genera quotidianamente.
Loro rappresentano l’esatta via di mezzo di questi stadi della vita, che combatte tra la volontà di desiderare e sentirsi desiderata e la saggezza dell’essere consapevoli di avere già ciò che si voleva. Il romanzo si snoda incrociando sapientemente le vite di tutti i protagonisti, siano essi primari o secondari, ognuno in conflitto con emozioni che lo spingono in direzioni opposte, talune irrazionali ma comunque necessarie. Solo Anna, la madre di Margherita, è immune al turbine emotivo, ma lo legge puntualmente in chiunque si avvicini a lei e lo acquieta.
Al contrario di quello che si può pensare leggendo la quarta di copertina e anche le righe precedenti, il romanzo non è una storia di infedeltà coniugali, è il racconto di vite incapaci di accettare i limiti di sé stesse e della quotidianità, in parte soggiogate da un narcisismo proprio dell’epoca.
Lo stile di Missiroli è asciutto, talvolta crudo. I colori sono grigi, tra la nebbia, le nuvole e la pioggia. Le emozioni dei protagonisti sono interrotte, incomplete, comunque insoddisfacenti.
Come in un paesaggio carsico, nel sottosuolo corre il fiume del dolore, che accomuna tutti i personaggi e che esige un tributo anche dal lettore, per creare un virtuale contrappasso per aver soddisfatto i bisogni di Carlo e Margherita in barba a regole e consuetudini.
Il libro è uno dei favoriti per il premio Strega 2019, non conoscendo gli altri non posso stilare una classifica, ma merita di essere letto.